martedì 19 febbraio 2008

Milano, 19 febbraio 2008.
ASIAN TRADING MILAN CENTER
Entro il 2010 il nuovo polo per le attività commerciali.


Gli imprenditori cinesi del quartiere di via Paolo Sarpi traslocheranno nel nuovo polo integrato di attività e di servizi che sorgerà in via dei Missaglia, nel quartiere Gratosoglio. Sarà la prima importante iniziativa del genere in Italia e si chiamerà Atmc, "Asian Trading Milan Center". Sarà una struttura poliedrica per l'esposizione e la vendita all’ingrosso di merci, in grado di ospitare circa 600 singole unità commerciali.
Il progetto è stato annunciato, all’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele, dall’assessore allo Sviluppo del Territorio Carlo Masseroli, insieme con il Console cinese Zhang Limin e il rappresentante della comunità cinese a Milano Angelo Ou.
"Il dialogo tra il Comune e la comunità cinese ha trovato una strada davvero costruttiva. Si avvia ora un percorso, non ancora definito – ha sottolineato Carlo Masseroli - ma siamo su una strada molto importante che è anche un segno forte nel senso dell'integrazione. Si tratta di una buona operazione dal punto di vista architettonico e ambientale. Non è una soluzione di ripiego - ha aggiunto l'assessore - ma una soluzione esemplare".
“Ora ne discuteremo in Consiglio comunale - ha aggiunto Masseroli – seppure non siano ancora definiti i costi del progetto, ma posso affermare che gli oneri di urbanizzazione, che si aggireranno intorno ai 20 milioni di euro, serviranno per sostenere l'operazione stessa e per i bisogni del quartiere Gratosoglio. Il dialogo con il Consiglio di Zona e con la parrocchia, ad esempio – ha concluso l’assessore Masseroli - sono già iniziati. Indubbiamente terremo in debita considerazione le esigenze degli abitanti".
L'Asian Trading Milan Center non nasce per "trasferire" i cinesi dalla tradizionale zona cittadina verso aree periferiche, spegnendo le loro iniziative. Il progetto intende proprio offrire continuità e maggiore sviluppo. La delocalizzazione in una nuova area milanese promuove dall’esigenza di trovare una soluzione urbanistico-commerciale alternativa alla zona Sarpi. Si tratta dell'area vicino il centro della città, tra le vie canonica, Procaccini, Ceresio, Montello, Maggi, dove nel corso degli anni la presenza di centinaia di negozi e del conseguente movimento di auto e camion ha generato varie problematiche ai residenti.
Inizialmente il progetto verrà supportato da un gruppo di ideatori, al fianco di un pool di soci/finanziatori, i quali potrebbero costituirsi in società giuridica, la quale dapprima acquisirà l’area e finanzierà poi la realizzazione della struttura-base. Una società di servizi si dovrebbe poi occupare di gestire le infrastrutture, fornendo ogni necessario servizio e adeguato supporto. Il polo comprenderà edifici e padiglioni su due o tre livelli, un residence, un hotel, siti espositivi collegati con passerelle dal primo piano in su e forse, un museo cinese.
Fonte: http://www.comune.milano.it/

martedì 12 febbraio 2008

Milano, 8 febbraio 2008.
I grossisti di via Paolo Sarpi hanno accettato di traslocare.
Andranno in un'area a ridosso di via dei Missaglia.

Accordo con il Comune, ci vorranno tre anni.
I rappresentanti dei grossisti cinesi hanno detto sì al trasferimento da Paolo Sarpi al Gratosoglio, tra i capannoni di un´area dismessa da riqualificare.
L´annuncio ufficiale dell´accordo tra Comune e rappresentanti della comunità ancora non c´è, ma a Palazzo Marino ormai sono certi che la trattativa abbia avuto la svolta, con l´ok già certificato dai rappresentanti dei circa 300 grossisti di Chinatown. Restano da perfezionare i dettagli urbanistici con il proprietario dell´area dismessa in fondo a via Dei Missaglia, un privato che con l´arrivo dei grossisti realizzerebbe un buon investimento. Su tutto, prima di annunciare il mega-trasloco, Palazzo Marino sta quantificando gli oneri di urbanizzazione che l´operazione immobiliare si porterebbe dietro. Quattrini che il Comune si impegnerà a spendere in riqualificazioni per la zona di Gratosoglio, anche per far digerire meglio l´arrivo dell´import-export made in China. Insieme ci sarà un´altra promessa: l´area è sufficientemente lontana dalle abitazioni, ma soprattutto è molto vicina alle Tangenziali, abbastanza da non creare disturbo alla viabilità con la logistica delle merci.Certo non sarà un trasloco veloce, visti i numeri: circa 300 grossisti da trasferire. Si ipotizzano almeno due o tre anni di tempo per completare l´operazione, da una parte c´è da attrezzare l´area dove oggi ci sono solo dei capannoni, dall´altra c´è da liberare i negozi in zona Sarpi (con un effetto sicuramente volano per il mercato immobiliare della zona) e trasferire le attività. (Fonte: http://espresso.repubblica.it/)

Buon 2008!
I cinesi salutano l'anno del topo.

Inizia il 7 febbraio 2008, l’anno cinese del Topo (lasciamo l’anno del Maiale) sotto l’elemento terra, che terminerà il 25 gennaio 2009. Secondo la tradizione sarà un anno favorevole a commercio, transazioni e buoni affari. E dei grossisti cinesi si parlerà questo mese in Comune in vista della discussione della delibera sulla pedonalizzazione del quartiere.
(Foto: www.lastampa.it)

martedì 29 gennaio 2008

Milano, 3 Febbraio 2008.
Capodanno in Paolo Sarpi: chi ha paura del dragone?

Danze e cortei hanno aperto i festeggiamenti per il Capodanno cinese targato via Paolo Sarpi.
Vivace protagonista di un'insolita domenica pomeriggio, un dragone "umano" di ben trenta metri che ha animato tutte le vie del quartiere.
La comunità cinese si prepara così alla settimana di riti propiziatori in occasione del nuovo anno, che ufficialmente inizierà il 7 febbraio.

martedì 4 dicembre 2007

Milano, 1° dicembre 2007.
Il corteo dei residenti "italiani"

"Sindaco Moratti mantieni i patti": questo lo slogan più scandito dagli oltre 500 residenti della Chinatown milanese che questo pomeriggio hanno attraversato in corteo via Paolo Sarpi, l'arteria principale in cui ormai da anni si è sviluppato il commercio all'ingrosso della comunità cinese. In testa al pacifico corteo, promosso dall'Associazione dei residenti italiani "Vivi Sarpi", un manifestante ha portato con se' un carrellino per il carico-scarico merci, che rappresenta una delle cause scatenanti del disagio dei cittadini. Sul cartone trasportato dal carrello sono stati appiccicati tutti gli slogan di questa manifestazione, organizzata per sollecitare il Comune di Milano a istituire in tempi brevi l'isola pedonale nel quartiere: '"Aria e spazi per i bambini, senza furgoni e carrellini" - "Carrelli, furgoni, scatoloni, ne abbiamo pieni i ... polmoni" - "Pedonalizzare per cambiare".
Mentre il corteo sfilava per Paolo Sarpi, numerosi commercianti e grossisti cinesi sono rimasti sulla soglia dei loro negozi mantenendo sempre un atteggiamento composto. ''Siamo in Italia, tutti hanno il diritto di esprimere il proprio sdegno - ha detto Yusheng Hu, titolare del negozio di assistenza pc in via Sarpi 35 - ma questa è una manifestazione contro i cinesi. Dicono che non vogliono una zona franca, ma cosa vuol dire? Noi le tasse le paghiamo. I motivi del commercio non devono essere confusi con quelli della politica. Del resto, chi ci ha rilasciato le licenze, se non il Comune di Milano?''. (I virgolettati sono ripresi dall'agenzia ANSA).

Milano, 12 aprile 2007.
La rivolta urbana di via Paolo Sarpi.

I cinesi che vivono a Milano sono stati visti per lungo tempo come una comunità chiusa e silente, tutta rivolta al suo interno. L’ambito più connotato di questa presenza, residenziale e produttiva, è il cuore del quartiere Sarpi-Canonica: una manciata di strade in cui si fondono il flusso globale delle merci cinesi e le abitudini quotidiane di anziani e famiglie. Un modello di convivenza che ha funzionato per quasi settant’anni, fino al 12 aprile 2007: il giorno in cui per la “prima volta” trecento cinesi hanno reagito con violenza nei confronti di un provvedimento delle forze dell’ordine.